Neri...per caso, autoritari per vocazione
Non sono un'entusiasta del partito Democratico così com'è. 'E un partito ancora sulla carta ed è diviso tra la volontà di dialogo con questo Governo (impossibile a praticarsi...ma ci voleva così tanto per capirlo?) e le idee moderate (fin troppo) che dovrebbero collocarlo nella scia dei grandi partiti democratici americani (di cui ad oggi è una versione piuttosto sfocata).
Va bene...poi? Il resto lo sappiamo, perché per dirla con Veltroni "noi siamo quelli del dialogo, noi siamo quelli che non strappano i programmi elettorali.. e bla, bla, bla...".
Ma il dialogo si può costruire tra soggetti che hanno vocazione democratica appunto, tra coloro che mettono in cima ai loro intenti gli interessi del paese (e non di questo o quel gruppo di interesse, sia esso il sistema bancario oppure quello industriale dei "colleghi" imprenditori del premier Mercegaglia e Company.. ).
Chi non riconosce l'avversario, chi banalizza una manifestazione di piazza o il movimento studentesco (diffusosi a macchia d'olio grazie anche al tam-tam dei circuiti d'informazioni ancora liberi, la rete per tutti) non è vocato al dialogo, ma alla sentenza definitiva (senza possibile appello).
I movimenti di queste settimane non sono, come invece continuano ad affermare i fedelissimi del Pdl (alcuni esponenti hanno però già cominciano a dissocciarsi ), strumentali agli interessi politici di una parte, o frutto di "indottrinamento" (come se la dottrina fosse qualcosa da considerare pericoloso a prescindere...).
Con questi soggetti politici, che ricorrono allo strumento del decreto legge e alla fiducia per approvare (senza alcuna discussione politica) provvedimenti che hanno conseguenze profonde sulla vita dei cittadini, il dialogo non è possibile e di ciò va preso atto una volta per tutte, senza ripensamenti.
Detto questo, dobbiamo partire da questa situazione tutt'altro che definita e cercare di non lasciare che facciano a pezzi il nostro stato sociale, la nostra scuola ecc...
Oggi siamo non solo quel paese fermo che è consegnato all'immobilità, descritto nell'acuto editoriale di Ernesto Galli della Loggia, come fino a qualche tempo fa in molti pensavamo ("Non si butta via mai niente. Ogni cosa è potenzialmente per sempre: ogni ruolo, ogni carica è a vita, e pure se siamo reduci da qualcosa lo siamo comunque in servizio permanente effettivo").
Stiamo andando oltre, fino al punto di riproporre l'improponibile; è di questi giorni la notizia che un personaggio come il giudice Carnevale che ormai vista l'età e le vicende giudiziarie dovrebbe passare la giornata in riva a un placido lago a pescare, è stato a colpi di legge reso ricandidabile per la Presidenza della Cassazione!
Assistiamo giorno dopo giorno ad una deriva populistica e autoritaria, che con una mano toglie servizi e soldi alle famiglie con l'altra ha il coraggio trionfante di liberare risorse per la Cai e per le banche (secondo il motto forte con i deboli debole con i forti!).
E in tutto questo si delegittima il ruolo dell'altro, infischiandosene delle sacrosante proteste sulla scuola, bollandole come strumentali ad una parte politica, e ignorando le centinaia di migliaia di manifestanti della manifestazione di sabato.
Siamo arrivati al punto di rivedere il diritto democratico allo sciopero. Il dissenso, che è frutto di una politica dissennata, si tenta di soffocarlo andando a modificare le regole democratiche (a partire da quelle sancite dalla costituzione) o minacciando provvedimenti nei confronti degli studenti!
Evidentemente non è un caso che in questi giorni un ex-presidente della Repubblica (il senatore a vita Cossiga) abbia detto degli studenti che manifestano "picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano“, come dichiarato in un'intervista al Giorno.
Se a qualcuno ancora non basta, si metta tranquillo, il peggio deve arrivare.
vignetta corriere.it
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