dinuovogiorno

“Si può ingannare qualcuno per molto tempo oppure molti per poco tempo ma non si possono ingannare molti per molto tempo”. Abraham Lincoln. Dopo lo squallore della politica nostrana (mediatico e non) e le stridenti contraddizioni di quella americana, dopo la notte il giorno verrà di nuovo...finalmente! Questo blog per la frequenza degli aggiornamenti non costituisce una testata giornalistica.Non può considerarsi assoggetabile alle norme per quest'ultime previste.

martedì 28 ottobre 2008

Neri...per caso, autoritari per vocazione





















Non sono un'entusiasta del partito Democratico così com'è. 'E un partito ancora sulla carta ed è diviso tra la volontà di dialogo con questo Governo (impossibile a praticarsi...ma ci voleva così tanto per capirlo?) e le idee moderate (fin troppo) che dovrebbero collocarlo nella scia dei grandi partiti democratici americani (di cui ad oggi è una versione piuttosto sfocata).

Va bene...poi? Il resto lo sappiamo, perché per dirla con Veltroni "noi siamo quelli del dialogo, noi siamo quelli che non strappano i programmi elettorali.. e bla, bla, bla...".
Ma il dialogo si può costruire tra soggetti che hanno vocazione democratica appunto, tra coloro che mettono in cima ai loro intenti gli interessi del paese (e non di questo o quel gruppo di interesse, sia esso il sistema bancario oppure quello industriale dei "colleghi" imprenditori del premier Mercegaglia e Company.. ).
Chi non riconosce l'avversario, chi banalizza una manifestazione di piazza o il movimento studentesco (diffusosi a macchia d'olio grazie anche al tam-tam dei circuiti d'informazioni ancora liberi, la rete per tutti) non è vocato al dialogo, ma alla sentenza definitiva (senza possibile appello).
I movimenti di queste settimane non sono, come invece continuano ad affermare i fedelissimi del Pdl (alcuni esponenti hanno però già cominciano a dissocciarsi ), strumentali agli interessi politici di una parte, o frutto di "indottrinamento" (come se la dottrina fosse qualcosa da considerare pericoloso a prescindere...).
Con questi soggetti politici, che ricorrono allo strumento del decreto legge e alla fiducia per approvare (senza alcuna discussione politica) provvedimenti che hanno conseguenze profonde sulla vita dei cittadini, il dialogo non è possibile e di ciò va preso atto una volta per tutte, senza ripensamenti.
Detto questo, dobbiamo partire da questa situazione tutt'altro che definita e cercare di non lasciare che facciano a pezzi il nostro stato sociale, la nostra scuola ecc...
Oggi siamo non solo quel paese fermo che è consegnato all'immobilità, descritto nell'acuto editoriale di Ernesto Galli della Loggia, come fino a qualche tempo fa in molti pensavamo ("Non si butta via mai niente. Ogni cosa è potenzialmente per sempre: ogni ruolo, ogni carica è a vita, e pure se siamo reduci da qualcosa lo siamo comunque in servizio permanente effettivo").
Stiamo andando oltre, fino al punto di riproporre l'improponibile; è di questi giorni la notizia che un personaggio come il giudice Carnevale che ormai vista l'età e le vicende giudiziarie dovrebbe passare la giornata in riva a un placido lago a pescare, è stato a colpi di legge reso ricandidabile per la Presidenza della Cassazione!
Assistiamo giorno dopo giorno ad una deriva populistica e autoritaria, che con una mano toglie servizi e soldi alle famiglie con l'altra ha il coraggio trionfante di liberare risorse per la Cai e per le banche (secondo il motto forte con i deboli debole con i forti!).
E in tutto questo si delegittima il ruolo dell'altro, infischiandosene delle sacrosante proteste sulla scuola, bollandole come strumentali ad una parte politica, e ignorando le centinaia di migliaia di manifestanti della manifestazione di sabato.
Siamo arrivati al punto di rivedere il diritto democratico allo sciopero. Il dissenso, che è frutto di una politica dissennata, si tenta di soffocarlo andando a modificare le regole democratiche (a partire da quelle sancite dalla costituzione) o minacciando provvedimenti nei confronti degli studenti!
Evidentemente non è un caso che in questi giorni un ex-presidente della Repubblica (il senatore a vita Cossiga) abbia detto degli studenti che manifestano "picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano“, come dichiarato in un'intervista al Giorno.

Se a qualcuno ancora non basta, si metta tranquillo, il peggio deve arrivare.

vignetta corriere.it

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