dinuovogiorno

“Si può ingannare qualcuno per molto tempo oppure molti per poco tempo ma non si possono ingannare molti per molto tempo”. Abraham Lincoln. Dopo lo squallore della politica nostrana (mediatico e non) e le stridenti contraddizioni di quella americana, dopo la notte il giorno verrà di nuovo...finalmente! Questo blog per la frequenza degli aggiornamenti non costituisce una testata giornalistica.Non può considerarsi assoggetabile alle norme per quest'ultime previste.

giovedì 23 ottobre 2008

Cervelli in fuga

Si, si...va bene, la nostra scuola non è proprio il massimo. Si anche l'università non è che funzioni in maniera impeccabile. D'accordo vanno cambiate alcune cose, rimodernate altre ecc...cioè va presentata una proposta organica e strutturale, magari investendoci (bene)...
Tuttavia, quello cui stiamo assistendo in questo settimane è un robusto e indiscriminato ricorso a tagli, tali da mettere in discussione l'esistenza stessa dell'istruzione universitaria e della ricerca scientifica.
Le innumerevoli manifestazioni, occupazioni e le lezioni in strada organizzate dal mondo studentesco e universitario, non sono un'operazione strumentale ad una parte politica, ne un'eccesso fomentato dall'allarmismo dei "comunisti cattivi" (che anche se non sono più in parlamento però continuano a dire la loro....ma come si permettono?) ma nascono dal disagio e da un sentimento popolare di accresciuto malcontento.
Alla precarietà crescente del dopo studi, della ricerca di una casa, della difficoltà delle famiglie (sempre più in affanno) di sostenere economicamente gli studi dei propri figli, si aggiunge ora anche la fragilità proprio nel periodo di formazione, che almeno fino ad oggi era bene o male garantito. Si diceva che l'università era un parcheggio, dove si attendeva, e intanto magari si studiava, per entrare nel mondo del lavoro...tra breve più che un parcheggio al massimo l'università offrirà un posto auto scoperto...
Il mio pensiero è che non si tratta affatto di un'esagerazione visto che la prestigiosa rivista Nature se ne occupa (ma possibile che dobbiamo sempre citare fonti scientifiche o straniere per avere una fotografia decente di quello che sta accadendo in casa?) e non va tanto per il sottile, anzi giudica severamente questi provvedimenti.
La mancata stabilizzazione di precari della ricerca, che già hanno tutti i titoli per essere assorbiti in maniera stabile, rappresenta un'inversione di tendenza rispetto al resto del mondo.
Come al solito staremo lì a cercare il nostro paese, magari con l'aiuto di una lente di ingrandimento, sempre più in fondo all'elenco dei paesi che investono fondi nella ricerca scientifica (Secondo l'OCSE l'Italia investe nel "pacchetto conoscenza" il 5,4% del PIL, contro il 7,5% circa di Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone, o addirittura il 10% circa di Stati Uniti, Corea e Svezia).
E' di questi giorni la notizia che il divario tra i ricchi e i meno abbienti si va allargando (secondo l'OCSE dalla metà degli anni ’80 ad oggi la disuguaglianza su redditi da lavoro, risparmi e capitale si è aggravata del 33 per cento), e l'Italia blocca il turn-over per la didattica e per la ricerca.
Qual'è il nesso? solo che si investe una barca di soldi perchè una compagnia aerea, ormai decotta, rimanga italiana mentre si taglia tutto il resto. Certo che il gap tra i ricchi (che vengono sempre più favoriti) e gli altri (poveri ma anche ceti medio-bassi) diventa un abisso sempre più incolmabile!
E il ministro, affonda la prestigiosa rivista, invece di perorare la causa della ricerca (settore peraltro vitale per un'economia matura) che è già in una fase di precoma, rimane affacciata a guardare il volatilizzarsi di fondi che garantirebbero il funzionamento dell'industria della conoscenza.
Per Nature, il governo Berlusconi può anche ritenere che le misure draconiane sul budget siano necessarie, “ma il suo attacco alla ricerca di base in Italia è insensato e non lungimirante. Il governo ha trattato la ricerca come un’altra spesa da tagliare, quando di fatto sarebbe meglio considerarla un investimento nel costruire l’economia della conoscenza del XXI secolo”.
Rimarrà solo Piero Angela (con l'apporto del figlio Alberto) ....sigh!
I cervelli in fuga ormai sono un esercito, e chi è in dubbio se lasciare il paese per un futuro migliore o rimanere qui in attesa di qualcuno che si muova a pietà (elemosinando un posto perché "tiene famiglia"), a questo punto non lo sarà più. Ma il mio dubbio è : che i cervelli in fuga siano quelli dei nostri politici? Loro ci sono, anche troppo direi, presenzialisti di lungo corso in ogni trasmissione e talk show come fossero dei divi. Fanno pesca a strascico, si recano ovunque senza guardare troppo per il sottile, RAi o mediaset o la7, tutto buono(tanto per ciò che dicono cambia poco).
Loro ci sono, sono lì a sputacchiare sentenze, a spiegare (qualcuno pacatamente altri meno) il perché di certi provvedimenti che non hanno un perché, a spargere odio contro gli avversari, a dispensare i loro sorrisini (di quelli che ce l'hanno fatta, loro si che sono stati furbi!) mentre parlano di tagli (già decisi dal loro capo). Loro sono lì, questo è certo, ma i loro cervelli li hanno abbandonati, hanno scelto altri lidi ormai da un pezzo, ma non glielo dite....potrebbero anche avere qualche "pensiero".

P.s.
Aggiungo una bellissima frase di Don Milani, a ulteriore commento della proposta leghista di classi per stranieri:
' Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati
e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri'. (Don Lorenzo Milani, 'Lettera ai cappellani militari', in L'obbedienza non è più una virtù, L.E.F., Firenze, 1965,p.12)


Per un commento sulla scuola, consiglio come al solito il blog di Travaglio

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