dinuovogiorno

“Si può ingannare qualcuno per molto tempo oppure molti per poco tempo ma non si possono ingannare molti per molto tempo”. Abraham Lincoln. Dopo lo squallore della politica nostrana (mediatico e non) e le stridenti contraddizioni di quella americana, dopo la notte il giorno verrà di nuovo...finalmente! Questo blog per la frequenza degli aggiornamenti non costituisce una testata giornalistica.Non può considerarsi assoggetabile alle norme per quest'ultime previste.

giovedì 27 novembre 2008

Signori l'ottimismo è servito...a qualcuno

Scrive Le monde su un articolo del 21 novembre:
La televisione pubblica italiana da una falsa immagine della realtà? A questo domanda, Silvio Berlusconi ha già risposto sì. Egli le critica, in questi tempi di crisi, di “diffondere l’angoscia e il pessimismo” quando “essa dovrebbe collaborare affinché le cose migliorino”. “Io farò tutto il possibile affinché le televisioni non siano un fattore d’ansia”, ha spiegato qualche giorno fa.Il suo amico e cofondatore di Forza Italia, il senatore Marcello dell’Utri, si è permesso anche lui questo commento: “In televisione, ci sono dei conduttori che hanno delle facce un po’ gotiche, un po’ grigie. Il direttore dovrebbe dare prova di un maggiore spirito di finezza.” “La RAI non è una proprietà di Berlusconi”, ha ricordato l’associazione dei giornalisti della televisione pubblica.Ma ciò che più di tutto irrita il presidente del Consiglio, sono le trasmissioni di dibattiti o di satira politica, molto numerose in Italia. “Ogni giorno, su tutti i canali ci si prende gioco di me. Questa abitudine diventa insopportabile. Deve finire”, ha dichiarato. “Non andremo mai più in televisione per farci insultare”, ha detto ai suoi ministri.

Prendo spunto da queste dichiarazione per una breve riflessione.
L'informazione in Italia è ad un punto morto. Si fa fatica a ricavare delle notizie dai nostri telegiornali. La priorità assoluta è il rispetto (totalmente formale) della par condicio, ossia delle opinioni delle diverse rappresentanze politiche.
Tutti (o quasi) devono poter dire la loro, ma la notizia non c'è, o viene confezionata in modo tale da non creare troppi problemi ai giornalisti che l'hanno redatta.
In definitiva le interviste istituzionali non dicono assolutamente nulla. Il livello di informazione che ne risulta è lo stesso dei comunicati delle dittature sudamericane. Le dichiarazioni sono sempre le stesse, non informano, non danno maggiori elementi al cittadino per capire i fatti. Sono fatte solo ed esclusivamente per confondere i cittadini e denigrare l'avversario! Ecco questo è lo stato di convalescenza della nostra informazione! Mi chiedo come sia possibile preoccuparsi del poco ottimismo, quando i media non fanno praticamente altro che cattiva informazione sull'attualità politica ed economica. Il male dei nostri Tg è il pessimismo? E allora perché su un Tg nazionale in prima serata ho visto con miei occhi la ricostruzione grafica (con generosità di particolari) di un caso di efferata cronaca nera? E perché molti talk show ripropongono a spron battente i casi di cronaca nera più truci e abbondanti di macabri risvolti(un caso di scuola è quello di Cogne alla trasmissione Porta a Porta)?
Allora devo pensare che per qualcuno valga una deroga speciale? Bisogna fare una tv ottimista, però dobbiamo fare cassa con squartamenti, tragedie familiari, reality (che sono quasi più tragici della cronaca nera). Allora non sarebbe più onesto dire "la Televisione da oggi non deve informare più. Il palinsesto deve essere fatto di intrattenimento durante il giorno, cronaca e talk-show la sera...magari ci mettiamo dentro un pò di casi umani...così la gente a casa si sente rincuorata nel vedere chi sta peggio."
Credo che questa sia l'intenzione nemmeno troppo velata, e ci stiamo andando a piè sospinto!

Continua Le Monde:
Inoltre, la prospettiva di una lunga crisi accompagnata dal rischio di un ritorno all’”antipolitica” lo preoccupa. Essere l’obiettivo degli imitatori e dei fantasisti non è il miglior mezzo di divenire un giorno - questo è il suo sogno - presidente della Repubblica, una delle figure più rispettate della Penisola. Tutto questo spiega la sua nuova offensiva contro la televisione pubblica e questo tentativo di controllo della sua immagine e della presentazione del suo operato. “La televisione ridiventa il campo di battaglia della politica”, scrive il politologo Ilvo Diamanti sul quotidiano La Repubblica.

Per ora, non si tratta che di pressioni e di minacce. In passato, Berlusconi ha mostrato di saper andare oltre e più forte. Nel 2002, aveva chiesto - e ottenuto - la testa di due giornalisti, tra cui il rispettatissimo Enzo Biagi. Delle intercettazioni telefoniche hanno rivelato che tra il 2001 e il 2006 dei collaboratori di Mediaset erano stati alla testa della Rai per pilotare le strategie dei programmi dei canali pubblici. Obiettivo: orientare l’informazione a favore di Berlusconi.

Questi attacchi contro i canali pubblici intervengono in un momento di grande incertezza a proposito della scelta del futuro presidente della commissione parlamentare di sorveglianza della Rai, un posto che deve ritornare all’opposizione e che aprirà la strada ai futuri cambiamenti nella direzione dei canali. Dal mese di luglio, i partiti di sinistra non hanno raggiunto l’accordo su un nome. Berlusconi ha dato via libera affinché i membri di destra della commissione votassero un candidato di sinistra che non era appoggiato dalla sua parte politica. Il presidente del Consiglio, non dispiaciuto di seminare zizzania nell’opposizione, si è, ovviamente, difeso dagli interventi in questa questione.

Intervista di Giorgio Bocca sulla crisi del giornalismo italiano

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