Bolzaneto: una pagina "nera"
Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza sulle torture di Bolzaneto...
In un mio precedente post, scrivevo che il dispositivo andava letto alla luce delle motivazioni.
Quello che ne viene fuori è un quadro agghiacciante di abusi, violenza e umiliazioni di tipo psicologico, e il disinvolto ricorso alla forza senza alcun motivo di ordine pubblico.
Riporto solo un passo, che riguarda le imputazioni di uno degli accusati, precisando che è solo un piccolo assaggio di bestialità che si è consumata in quei giorni che non esaurisce il campionario di miseria umana:
Avere consentito, tollerato e non impedito (omissis) comportamenti consistenti in percosse, minacce, sputi, risate di scherno, urla canzonatorie, insulti di ogni genere (....), con evidente fine di disprezzo e di intimidazione, “a mo’ di saluto” alle persone arrestate e/o fermate e condotte presso la caserma di Bolzaneto a guisa di “Comitato di accoglienza” e che venivano quindi così sottoposte a profonda umiliazione morale e a trattamento non conforme al principio di rispetto della dignità della persona umana, così contribuendo con tale tolleranza ....
e ancora alcuni degli insulti:
(...) “zecche comuniste” “ bastardi comunisti” comunisti di
merda” “ora chiama Bertinotti “ “ te lo do io Che Guevara e Manu Chao”, “Che Guevara figlio di puttana”, 8....) ed altre di analogo tenore, alla loro sfera e libertà sessuale, e alle loro credenze religiose e condizione sociale, (quali ebrei di merda, frocio di merda ed altre di analogo tenore), e fossero costretti ad ascoltare espressioni e motivi di ispirazione fascista contrariamente alla loro fede politica (quali ascolto obbligato del cellulare con suoneria costituita dal motivo “faccetta nera bella abissina”, ascolto della filastrocca “un due tre viva Pinochet quattro cinque sei a morte gli ebrei”, pronuncia da parte delle persone offese contro la propria volontà di espressioni quali “viva il duce” “duce, duce” ed altre di analogo tenore), così sottoponendo le persone offese ad un trattamento offensivo della loro libertà morale, politica e religiosa ....
(...) fossero costrette, nelle CELLE di pertinenza della Polizia di Stato, senza plausibile ragione (....) a rimanere per numerose ore in piedi, con il volto rivolto verso il muro della cella, con le braccia alzate oppure dietro la schiena, o seduti a terra ma con la faccia rivolta verso il muro, con le gambe divaricate, (....), senza poter mutare tale posizione;
- fossero costrette a subire, anche nelle celle, ripetutamente, percosse, calci, pugni, insulti e minacce, anche nel caso in cui non riuscivano più per la fatica a mantenere la suddetta posizione nonché per farli desistere da ogni benché minimo tentativo - del tutto vano - di cercare posizioni meno disagevoli.
Insomma credo che il quadro che emerge sia molto chiaro. La recente sentenza non rende giustizia al clima di pericolosa intimidazione, e soppressione indiscriminata di ogni diritto e umanità in quei giorni. Che poi qualcuno abbia eseguito degli ordini che venivano dall'alto, credo che su questo ci sia molto da discutere. Ma la responsabilità penale è personale, mentre la responsabilità politica (che mi pare piuttosto agevole da attribuire) e un'altra storia.
E come al solito politicamente non si paga mai per gli errori commessi (anche quando sono gravi come questi...), perchè si scarica la responsabilità e la catena di comando sempre sugli esecutori materiali ...Comodo No? Anche questo fa parte dei privilegi di appartenere ad una casta.
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