Anche i ricchi piangono
Vediamo di fare un po di chiarezza e di capire la cifra della crisi finanziaria in atto.
Il mondo dell'informazione finanziaria oggi pullula di menti illuminate che dispensano le loro pillole di saggezza sui modi per sfuggire alla crisi; sono gli stessi esperti che fino a qualche settimana fa consigliavano di investire in prodotti derivati e obbligazioni ad alto rischio.
La pesante crisi che si sta abbattendo sui mercati di tutto il mondo, prevista da tempo da diversi analisti "indipendenti", non ha molto in comune con il crack del '29. Allora fallirono moltissime piccole banche in America, e con esse finirono a picco i risparmi di tanti.
Oggi le banche si sono accorpate in gruppi medio-grandi che nella totalità dei casi agiscono in un contesto internazionale (sempre più globalizzate tessono rapporti anche con le piazze asiatiche) e in sinergia tra di loro. Nel frattempo il portafoglio di prodotti offerti al risparmiatore, ma anche alle aziende nelle forme di prestiti, si è particolarmente raffinato (si fa per dire) creando prodotti complessi a volte particolarmente rischiosi, altre volte sfacciatamente truffaldini.
Non parliamo di molto tempo fa, Banca 121 offrì alla sua inconsapevole clientela dei mutui celati sotto forma di investimenti (cioè tu pensi di investire i tuoi soldi e ti trovi a sottoscrivere un mutuo).E poi chi non ricorda i Bond Argentini i titoli Parmalat.
Ogni volta pensiamo che cose del genere non succederanno più, e invece l'esasperato liberismo in campo finanziario e la totale assenza di limiti da parte di Consigli di amministrazione di Banche d'Affari e istituti finanziari ripropongono sempre gli stessi scenari. A prendere le decisioni sono spesso dei canuti signori dai modi formali, dentro enormi sale riunioni circondate da pareti-vetrate con una vista che domina le metropoli americane, che impongono le porcherie da propinare al mercato e le nefandezze da compiere. Loro non ne pagheranno le conseguenze, ci vorranno anni per scoprire quello che combinano e loro sono già vecchi.
E naturalmente nessuno controlla, oppure chi controlla è consapevole che tutto il sistema-mercato regge su questi presupposti e gira la testa dall'altra parte.
La lehman Brother ha pagato per tutti, ma la sua spina dorsale non è poi molto diversa da quella di tante banche d'affari o d'investimento che oggi dichiarano di essere solide e in salute.
Fin qui le cattive notizie.
Ora le buone. Abbiamo un'altra occasione per ricominciare, con regole nuove, con maggiore tutela del risparmiatore, con un'etica che deve essere sottostante ad ogni scelta finanziaria.
Si perché in definitiva frodare il consumatore è un comportamento criminale che alla lunga non paga, lo sanno bene i top manager americani che hanno visto le loro liquidazioni milionarie disfarsi nel giro di pochi giorni. E lo sanno bene i conservatori americani che alle prossime elezioni pagheranno lo scotto di avere vistosamente "non sfavorito" anche la lobby delle banche.
Vorrei riportare una frase di un'economista che lotta da anni per una politica economica e sociale e lo fa attraverso dei toni moderati, equilibrati, concreti. Insegna alla Cattolica di Brasilia, si chiama LADISLAU DOWBOR:
(ciò) dimostra che il consumatore è visto dalle imprese come un totale idiota. La campagna (pubblicitaria), nella sua concezione, è estremamente simile alla tragica campagna della Nestlé, che presentava come antiquata la madre che allattava il bambino, in quanto la più bella, la più bianca e la più educata madre moderna dava al bambino il prodotto della Nestlé.... Quando si può trasformare la scala di valori delle persone, allora tutto diviene possibile (Economia da comunicação/ Economia della Comunicazione).
foto:fonte il sole24ore
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